JAZZ
Il nome del gruppo rimanda all’Africa e alle popolazioni nomadi che in molte sue parti la attraversano, vuole essere un punto di partenza e un’ispirazione per il viaggio musicale delle composizioni originali del quartetto.
Dopo il primo disco “AFAR COMBO ” maggiormente ispirato alla
tradizione jazzistica più classica, il nuovo progetto discografico intitolato “MAJID” raccoglie come una spugna dai bassifondi metropolitani di viaggi ed esperienze, i ritmi e gli echi di una musica senza confini di genere, ben amalgamati da una scrittura e progettazione più colta.
Un percorso geografico in zone immaginarie e oniriche del nostro quotidiano; debolezze umane e desiderio di ricerca pervadono, nel momento della performance, il nostro “oggi”. La volontà di ricreare sonorità e prassi esecutive di tradizioni appartenenti a regioni lontane viene usata come nella poesia del grande Ishmael Reed…per combinare la pietanza!…il ritmo può partire da vivace e diretto a ricordare la musica dei bluesmen del Mali e approdare ad atmosfere più sognanti e riflessive echeggiando alcuni maestri del jazz passando e toccando le “facili” ruvidezze del rock.
Un quartetto musicale forse una “ LONTANA COMBINAZIONE ” di musicisti , un “Così lontano (e) così vicino” modo di cercare e cercarsi grazie alla musica.
Afar Combo
Il nome del gruppo rimanda all’Africa e alle popolazioni nomadi che in molte sue parti la attraversano, vuole essere un punto di partenza e un’ispirazione per il viaggio musicale delle composizioni originali del quartetto.
Dopo il primo disco “AFAR COMBO ” maggiormente ispirato alla
tradizione jazzistica più classica, il nuovo progetto discografico intitolato “MAJID” raccoglie come una spugna dai bassifondi metropolitani di viaggi ed esperienze, i ritmi e gli echi di una musica senza confini di genere, ben amalgamati da una scrittura e progettazione più colta.
Un percorso geografico in zone immaginarie e oniriche del nostro quotidiano; debolezze umane e desiderio di ricerca pervadono, nel momento della performance, il nostro “oggi”. La volontà di ricreare sonorità e prassi esecutive di tradizioni appartenenti a regioni lontane viene usata come nella poesia del grande Ishmael Reed…per combinare la pietanza!…il ritmo può partire da vivace e diretto a ricordare la musica dei bluesmen del Mali e approdare ad atmosfere più sognanti e riflessive echeggiando alcuni maestri del jazz passando e toccando le “facili” ruvidezze del rock.
Un quartetto musicale forse una “ LONTANA COMBINAZIONE ” di musicisti , un “Così lontano (e) così vicino” modo di cercare e cercarsi grazie alla musica.